Chernobyl 35
Immagini dall’inferno
Corridoi, stanze, aule riprodotte dopo la catastrofe nucleare e poi foto, poster, documenti, filmati, oggetti dell’epoca, proiezioni video e cartellonistica di approfondimento, cronistoria dell’evento. Dal 22 aprile al 30 giugno 2021, mostra-evento fotografica itinerante, per i 35 anni dalla catastrofe di Chernobyl, all’interno della sezione di Via Berga dell’Educandato Statale “San Benedetto” di Montagnana (Padova).
Unione Sovietica, 26 aprile 1986: Chernobyl il disastro. La sciagura di Chernobyl è stata assieme al disastro di Fukushima del 2011, la più grande catastrofe nella storia degli impianti nucleari, ma ancora oggi, seppur siano passati ben trentacinque anni dall’esplosione del quarto reattore della centrale di Chernobyl, in realtà non si conoscono fino in fondo quali siano gli effetti nocivi dell’esplosione in primis per quanto concerne la salute.
Gli effetti più drammatici dell’incidente nucleare si notano maggiormente a Pripjat, città che dista a soli tre chilometri dal reattore 4, esploso. Le immagini che costituiscono questa mostra-evento “Chernobyl 35”, sono tutte di Elisa Santoro e Salvatore Uccello, due giovani fotografi milanesi, e sono in prima nazionale, fatta eccezione di alcuni scatti pubblicati nella prestigiosa rivista internazionale di fotografia “Progressive-zine”, in esclusiva assoluta per il progetto “Chernobyl 35” ideato da Andrea Malaman, per l’Educandato Statale San Benedetto di Montagnana. Un progetto costituito non solo da foto, ma anche da installazioni, con la creazione di una classe scolastica 35 anni dopo il disastro, con video in parte inediti, cartellonistica che proiettano i visitatori, studenti e pubblico alla conoscenza del mondo Chernobyl 35 anni dopo. Oltre alle migliaia di vittime, il disastro di Chernobyl ha annientato numerose località in tutta l'Ucraina e la Bielorussia. Pripyat per esempio è stata completamente evacuata in poche ore il giorno successivo. Pripyat, era una ridente, prosperosa e moderna cittadina di 50.000 abitanti, fiore all'occhiello non solo dell'Ucraina ma di tutta l'URSS. Era una città modello fondata nel 1970 per accogliere i lavoratori della Centrale e le loro famiglie. A Pripyat è stato aperto il primo supermercato di tutta l'Ucraina, i negozi erano alla moda e tutte le novità passavano da qui prima di arrivare (se mai vi arrivavano) a Kiev. Infatti era meta di shopping e visite di piacere da parte degli abitanti della capitale. Era una città molto giovane anche a livello di popolazione e di questo ne è prova sicuramente il numero impressionante di asili, scuole ed istituti professionali nonché una città piena di divertimenti: cinema, teatri, auditorium, palestre, piscine, ristoranti. Un paradiso sovietico. Sempre dalle immagini esposte, è quasi possibile percepire l'euforia e l'impazienza degli abitanti, soprattutto i più piccoli, per l'apertura del parco divertimenti che sarebbe dovuto essere inaugurato il 1° maggio, quindi il suo simbolo, la ruota panoramica, giace lì arrugginita, radioattiva e mai utilizzata. Questo luogo di divertimenti è infatti diventato uno dei luoghi più pericolosi di tutta la città perché qui venivano “sciacquati” gli elicotteri e gli altri mezzi che prestavano la prima assistenza e i primi soccorsi dopo l'incidente. Un altro luogo che trasuda radioattività e che le immagini esposte ben evidenziano, sono quelle dei tanti ospedali della città. Nei loro sotterranei sono stati stipati gli indumenti dei liquidatori ricoverati per le “cure mediche” a seguito dei danni riportati dalle radiazioni. In pratica la Chernobyl-Pripyat immortalata da Santoro e Uccello è nella sostanza un cimitero dell'umanità a cielo aperto, dove né la nostra generazione né quelle future avranno la fortuna di vedere rinascere queste città.
Note:
Chernobyl 35
Immagini dall’inferno
Mostra Fotografica e non solo
dal 22 aprile al 30 giugno 2021
Educandato Statale San Benedetto
Sede di Via Berga
35100 Montagnana (Padova)