Ich bin ein BerlinerWe are all Ukrainians
We are all Europeans
Mantova, Casa del Rigoletto dal 23 luglio al 28 agosto 2022
24 febbraio 2022. Una data tra le più drammatiche dell’ultimo secolo. La Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina: nella notte il presidente Putin ha ordinato l’attacco. Truppe russe sono entrate dalla Crimea e anche dalla Bielorussia alleata in questa operazione del Cremlino. Un vero calvario per la terra Ucraina, un disastro per tutta l’Europa. E’ l’apice di una serie di eventi che vede da oltre un trentennio l’Est Europa al centro di conflitti e rivendicazioni. Ora a trent’anni dallo scioglimento dell’Urss (1991), l’Educandato Statale “San Benedetto” di Montagnana propone, dal 23 luglio fino al 28 agosto 2022, nella Casa di Rigoletto a Mantova, la mostra fotografica Ich bin ein Berliner, We are all Ukrainians, We area all Europeans (Io sono Berlinese, siamo tutti Ucraini, siamo tutti Europei). La prima parte del titolo della mostra, riprende la celebre affermazione di John Fitzgerald Kennedy (Io sono un Berlinese) del 26 giugno 1963 pronunciata a Berlino Ovest in solidarietà dei cittadini della capitale tedesca in occasione della costruzione del muro da parte della Repubblica Democratica Tedesca, iniziato due anni prima nel 1961, per evitare la fuga in occidente dei suoi cittadini in cerca di libertà dalla dittatura comunista. Gli altri due slogan, invece, riguardano la triste realtà di questi giorni, con gli europei a fianco dei martoriati ucraini, uniti dall’essere anche tutti europei. A raccontare la storia tramite particolari immagini degli ultimi anni dell’Est Europa, nelle sale di “Casa di Rigoletto” a Montova, sono i lavori dei fotografi Elisa Santoro e Salvatore Uccello, iniziando il viaggio dal disastro di Chernobyl (1986) ad oggi. Visibili in mostra oltre alle foto, un video, della cartellonistica, aneddoti che raccontano l’evoluzione di alcuni dei paesi europei oltre la ex cortina di ferro. L’allestimento della mostra parte da Berlino per una duplice ragione simbolica, per il fatto che oggi Berlino è una delle città più pulsanti, vivaci e moderne d’Europa ed è assolutamente incredibile e al tempo stesso ammirevole se si pensa che trentatré anni fa l’intera popolazione viveva sotto una dittatura. Tuttora, però, sono ancora presenti ben in vista le cicatrici dell’occupazione e della divisione, probabilmente una delle ragioni che hanno contribuito a trasformarla nell’attuale metropoli caleidoscopica che conosciamo. Il viaggio tra le terre dell’Est Europa, che per l’occasione immaginiamo di effettuare con l’auto simbolo di quella parte d’Europa, ossia la Tramby, prosegue con delle immagini delle ex-Repubbliche Socialiste Sovietiche come Lituania, Estonia e Lettonia. Tre stati apparentemente molto simili tra loro, ma con delle differenze sostanziali nel modo in cui hanno riacquistato la loro indipendenza e in cui hanno saputo rideterminare il loro rapporto con la Russia, anche se gli attriti ancora oggi persistono, visto che tutte e tre le Repubbliche Baltiche fanno parte nella Nato. Sempre nell’ambito dell’ex-Urss, non mancano poi immagini dell’Ucraina, lo stato che sta pagando il prezzo più alto per la sua libertà. Trafitta prima dalle dure conseguenze del disastro di Chernobyl, ed ora dilaniata dalla guerra lanciata da Putin. Il viaggio fotografico poi continua in Polonia e Romania. In Polonia, un ruolo chiave, è stato giocato da Solidarność, che ha trasformato le rimostranze sindacali ed operaie in un movimento capace di far cadere il regime dittatoriale comunista scrivendo un nuovo capitolo della storia del paese, finalmente libero da domini o influenze straniere (in particolare russe e tedesche). In Romania invece, la società civile, stritolata tra l’ombra imponente di Mosca e la violenza di un dittatore dispotico come Nicolae Ceauşescu, è riuscita a trovare la forza di fare la rivoluzione sconfiggendo l’uomo che dal 1965 al 1989 ha ridotto la Romania in una prigione a cielo aperto, rendendo i decenni di suo dominio uno dei periodi più bui del paese. Il viaggio poi prosegue a Mosca. Mosca, città difficile, altezzosa, ma con un fascino unico. Malgrado la guerra in corso contro l’Ucraina, la capitale russa oggi è una città tanto grande quanto imperiale, che continua ha portare con orgoglio i simboli del comunismo e della magnificenza che volevano trasmettere alla popolazione e al mondo attraverso le grandiose opere pubbliche (per esempio la celeberrima ed incantevole metropolitana, una delle più belle al mondo), gli imponenti palazzi dell’era staliniana e le enormi sculture in onore della rivoluzione comunista e dei suoi eroi di Stato. Infine il viaggio si conclude da dove si è partiti ossia Berlino. L’immagine emblema per questo finale di viaggio è data dalla galleria d’arte all’aperto data dalla “Est Side Gallery, Muhlenstrasse”, a Berlino, dove oltre cento dipinti murale originali dell’ex muro raccontano di una storia che è stata la storia di una parte di Europa, ma che tutti gli europei non vogliono che ritorni. La foto con al centro il muro sprigiona una incredibile forza esplosiva, piena di carica emotiva e di significati, primo fra tutti quello che mai più muri, mai più guerre, ma uniti in un grande contenitore chiamato Europa.
Montova, 23 luglio 2022
Il curatore
Andrea Malaman