Coesistere - amartevents

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La mostra evento d’inizio 2017 a Montagnana.
COE
SIST
ERE



Il Coraggio di allestire una mostra unica nel suo genere, in luogo simbolo di Montagnana L’Educandato Statale “San Benedetto” ricco di storia, ma anche moderna agenzia d’istruzione.
E’ questa in estrema sintesi la mostra d’arte moderna “Coesistere” di Marco Pignagnoli e Andrea Giovannini. Si tratta di una mostra collettiva che vuole unire i due opposti stili pittorici, che sono anche due generazioni a confronto, di Pignagnoli e Giovannini e lo si è voluto fare appositamente per ricordarci che non esiste un diverso solo perché distanti da ciò che siamo noi, ma semplicemente esistono caratteristiche che sono la particolarità di ogni cosa. In questo caso della pittura, ma lo si può tradurre in tutte le azioni che si fanno nella quotidianità. Infatti le caratteristiche dei due pittori esistono perché esistono quegli degli altri. Curata da ArtEVEntS, con la direzione artistica del Prof. Giorgio Danali, la mostra rimarrà aperta al pubblico dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 da giovedì a domenica 22 gennaio. I giorni di giovedì e venerdì e sabato mattina su appuntamento, mentre il sabato pomeriggio e l’intera giornata di domenica 22 sarà liberamente aperta.
La mostra è possibile poi essere vista in concomitanza di due importanti appuntamenti.
Nella giornata di venerdì 20 dalle 20 in poi, nell’Auditorium San Benedetto, in occasione dell’inaugurazione dell’organo e del concerto e nella giornata di domenica 22, che è anche la giornata conclusiva delle tre giornate di “Scuola Aperta” che l’Educandato Statale “San Benedetto” ha riservato per i genitori e alunni che vogliono visitare e conoscere la scuola, alle ore 11, nell’Auditorium San Benedetto si terrà una “conversazione” per meglio capire le opere di Pignagnoli e Giovannini da parte del Prof Giorgio Danali.

Andrea Malaman





COESISTERE
 
Marco Pignagnoli - Andrea Giovannini
  
Coesistere, la mostra curata dal giornalista Andrea Malaman mette in rilievo, ancora una volta, la vocazione culturale della città di Montagnana. L’articolazione del percorso espositivo sottolinea
inoltre il dialogo tra il sistema educativo locale, la città e il territorio. Progettare, come in questo caso, un evento culturale all’interno di una scuola, con la scuola e per la scuola( ma sempre con lo sguardo rivolto alla sinergia con l’esterno) contribuisce a definire una nuova identità dell’istituzione scolastica. La scuola, sembra suggerire un’iniziativa come questa, può diventare laboratorio culturale e formativo attivo, dinamico, in grado di proporre e sostenere formule didattiche originali.
 
Coesistere è anche un dialogo tra luoghi, spazi, ambienti diversi: nel percorso che costituisce la mostra il curatore ha coinvolto siti differenti all’interno del vasto complesso che costituisce l’Educandato San Benedetto di Montagnana. In primis, si è pensato di ridefinire un luogo vivo, vissuto quotidianamente dagli alunni e dal personale scolastico: il lungo corridoio interno al piano terra dell’Educandato. Molte opere pittoriche proprio qui, nel corridoio , magari durante un momento di pausa, o assieme alla propria classe, sono state osservate e commentate dagli alunni della scuola primaria o dagli studenti delle scuole superiori. La seconda parte
del percorso espositivo vede protagonista un luogo depositario di memorie e bellezza, giustamente caro alla tradizione locale: la Chiesa di San Benedetto. All’interno di questi spazi, elaborati nelle forme attuali nel corso del XVIII secolo, dialogano opere di due artisti emiliani. Due pittori che hanno elaborato linguaggi espressivi diversissimi, apparentemente agli antipodi. Marco Pignagnoli e Andrea Giovannini hanno già esposto uno accanto all’altro, in un incontro-confronto. L’esperimento è stato proposto l’autunno

scorso in una mostra a Campagnola Emilia intitolata, per l’appunto,
Coesistere e continua, con successo, in questa sede.
 
Ricordiamo che ogni mostra, ogni esposizione artistica, grande o piccola che sia, offre sempre allo spettatore un’occasione di confronto. L’arte visiva, caratterizzata dall’immediatezza comunicativa propria delle immagini, è educazione all’alterità, alla diversità. E’ palestra educativa, per ciascuno di noi. Stimola l’immaginazione, aiuta ad acquisire consapevolezza sul piano emotivo, favorisce il pensiero divergente, l’indagine creativa.
 
Le opere di Marco Pignagnoli sono frutto di uno sguardo rivolto espressamente alla dimensione interiore. Si avvalgono, sul piano dei riferimenti espressivi e culturali , della lezione di grandi artisti del secondo Novecento. Colori, innanzitutto, e forme danno vita, nella pittura di Pignagnoli ad  immagini di notevole forza espressiva, dove l’uso del pigmento, applicato, diluito, sgocciolato sulla superficie della tela, evoca la gestualità dell’Action Painting tipica della produzione di J.Pollock. Suggestioni tratte dall’opera di
M. Rothko (il colore applicato mediante fasce orizzontali) e
C. Twombly (il pigmento che scorre liberamente sulla tela, sgocciolando verso il basso, l’associazione colore, tratto, parola ) compaiono in altri lavori. Il colore , usato con grande libertà all’interno del campo visivo, è steso mediante macchie, gocce, filamenti, punti. Definisce e mette in scena tensioni, gioie, elementi tratti dal vissuto emotivo dell’artista. Prevale una pittura astratta, certo, che si affida alla seduzione della materia. Di tanto in tanto emergono comunque lacerti, ombre, personaggi che evocano contesti figurativi. I titoli delle opere assurgono, molto spesso, ad una esplicita valenza simbolica e favoriscono nell’osservatore la riflessione e la libera associazione: tra idee , colori, forme, parole ed emozioni.
 
Il lavoro di Andrea Giovannini ci proietta, viceversa, all’esterno. Contesti urbani e naturali, paesaggi esplorati dall’alto e dal basso,

mediante prospettive consuete e, talvolta, inusuali. Paesaggi immersi nella luce o nell’ombra, profili montuosi avvolti dalle nuvole o alberi che emergono dalla foschia di un giorno d’autunno. Qui l’artista, attraverso un ipotetico terzo occhio, non guarda dentro di sé, ma esplora parte del mondo, proiettandovi la propria curiosità e la propria sensibilità estetica. E’ un occhio sul mondo, quello di Giovannini, che alimenta, giorno dopo giorno, uno “stupore infantile” di matrice romantica, l’incanto davanti alle cose del
mondo descritto da Goethe. La ricerca sul paesaggio condotta dal pittore manifesta sempre la freschezza di un incontro. E’ un paesaggio emotivo, quello rappresentato, accarezzato dalla luce e dall’alchimia degli elementi.
 
Strade dipinte scegliendole dal percorso quotidiano, lungo un tragitto consueto; colline velate e città raffigurate dopo averle viste a bordo di un aereo, di un treno, di un’auto , dal finestrino, riflettendo sul senso e la bellezza dell’impaginazione prospettica di volta in
volta proposta . Tema di fondo è, chiaramente, il viaggio, la
trascrizione e l’interpretazione del paesaggio visto e immaginato. Dipinti creati partendo dall’ esperienza percettiva per giungere, mediante lo studio compositivo, l’accordo cromatico e la sapienza tecnica all’elaborazione pittorica. Paesaggi che, alimentando suggestioni e ricordi, dialogano con il nostro sguardo e il nostro vissuto reinventandolo di volta in volta, davanti a ciascuna tavola
realizzata dall’artista.
  
Giorgio Danali

Montagnana, 22 gennaio 2017
 
 
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